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Fare il vino in casa

Per un'ottima vendemmia è importante utilizzare uva perfettamente matura. Dopo averla comprata o averla raccolta, fate attenzione a separare i grappoli acerbi da quelli maturi, i grappoli guasti da quelli sani. A questo punto l'uva raccolta, ben pulita, va versata nel mastello e pigiata adoperando il grosso bastone, le mani o, cosa migliore, i piedi, ovviamente ben lavati.

Per procedere a questo tipo di pigiatura si dovrebbe mettere l'uva in una cassa stretta e lunga, bucherellata sul fondo e sulle pareti per far uscire il mosto appena spremuto. L'uva, in qualunque modo venga pigiata dev'essere messa nel tino che avrete lavato con acqua salata, sciacquato, risciacquato e fatto asciugare. Ma non riempitelo completamente, perchè l'uva, fermentando,bolle e aumenta di volume. Sopra, come un coperchio, mettete una specie di reticolato di legno, mantenuto fermo da tre o quattro grosse pietre il quale serve per impedire che, durante la fermentazione, venga alla superfice il cosidetto cappello del mosto, formato dalle vinacce.

Il Tino pieno d'uva pigiata, deve rimanere in un ambiente dalla temperatura di 18-20 gradi, altrimenti la fermentazione non avviene. L'ambiente deve essere anche pewrfettamente aereato, perchè le esalazioni che emana l'uva in via di fermentazione possono essere molto pericolose.

Finita la fermentazione (ve ne accorgerete dall'odore diverso e dal fatto che cessa il ronzio dell'ebollizione), si spilla il vino, facendo uscire da un foro che si trova sul fondo del tino, e chiuso da uno zipolo che funziona da rubinetto. Il vino spillato va raccolto in fusti precedentemente ben lavati con molta acqua.

Dopo aver spillato il primo vino, nel timo rimangono ancora le vinacce che trattengono altro liquido, quasi la metà di quello spillato.

Per recuperarlo, sarebbe necessario poterlo torchiare, ma non sempre si ha a disposizione il torchio, e quindi si ripiega su un metodo più semplice.

Aprite lo zipolo che si trova sul fondo del timo, e ogni quarto d'ora innafiate con un innaffiatoio, per distribuire l'acqua in modo uniforme. Quest'operazione dev'essere molto lenta, affinchè l'acqua impregni bene tutte le vinacce.

Dal foro del tinodeve uscire il tino rimasto, perchè l'acqua sposta le vinacce,spingendo il vino verso l'uscita.

il liquido che zampilla attraverso lo zipolo ha lo stesso colore e sapore del vino già uscito. Non appena vi accorgerete che il liquido che esce dal tino tende a diventare sempre più chiaro, sospendete l'innaffiatura.

Ancora, le vinacce rimaste nel tino vanno sbriciolate, divise e ricoperte con tanta acqua e quivalente a un terzo del vino spillato in precedenza. dopo circa una settimana di macerazione è pronto il vinello.

Questo è un liquido leggermente acidulo, poco alcolico, è però una bevanda da non disprezzare, che va subito consumata, perchè altrimenti inasprisce.

E' necessario durante il periodo di macerazione, dare una rimescolata due o tre volte al giorno, e tenere coperto il tino per impedire alle vinacce di alterarsi.

Per l'imbottigliamento sono da preferirsi le bottiglie di vetro scuro che debbono essere pulitissime e asciuttissime. Si riempiono a metà d'acqua calda e soda, si scuotono bene, introducentovi la spazzola lunga e stretta, si sciacquano con acqua pura e si lasciano scolare capovolte.

I tappi debbono essere nuovi, di sughero morbido, non macchiato.

Mai adoperare turaccioli vecchi che possono essere bucati e allora il vino si trasforma in aceto per colpa di quel filo d'aria che filtra attraverso i buchi.

Oppure, i tappi usati, che hanno già subito l'azione dell'umidità, possono dare al vino un gusto di turacciolo ammuffito, molto sgradevole.

Il vino

Per non far andare a male il vino

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